Ospitato in un’ antica residenza patrizia nelle tipiche forme del gotico fiorito, il Museo del Vetro di Murano racconta la storia dell’ isola veneziana e della produzione di vetro. La collezione del Museo del Vetro di Murano abbraccia settecento anni di storia di produzione di vetro muranese che è testimoniata da preziosi pezzi che mettono in evidenza l’ evoluzione delle tecniche di produzione adottate dalle diverse dinastie di maestri vetrai, ogni volta sempre più sofisticate. Ma mostra anche i primi reperti in vetro provenienti dalla Siria, dalla Palestina e dell’ età romana. Bellissima è soprattutto la sezione del Museo del Vetro dedicata alla storia delle coloratissime perle veneziane e delle murrine, che per la loro bellezza e semplicità sono da sempre i pezzi più richiesti, ma anche quella che racconta il connubio tra vetro e arte durante il Novecento
Cosa troverai in questo articolo:
- Il Museo del Vetro di Murano
- L’ età dell’ oro del vetro di Murano tra il Trecento e il Seicento
- Il Settecento al Museo del Vetro tra moda e creatività
- La collezione di perle veneziane e murrine
- Il Novecento al Museo del Vetro di Murano tra arte e design
- Lo Spazio Conterie e le esposizioni temporanee
- Come raggiungere il Museo del Vetro di Murano da Venezia
- I 6 migliori hotel al Lido di Venezia
- I 5 migliori hotel a Venezia
- I 5 migliori hotel a Verona centro
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Il Museo del Vetro di Murano
Prima o dopo aver visitato le fornaci non puoi perderti la visita al Museo del Vetro di Murano, che racconta la storia del prezioso materiale che ha reso celebre l’ isola della Laguna di Venezia nel mondo.
Giusto per evitare equivoci ci tengo a chiarire che il Museo del Vetro è un museo storico, quindi non ti aspettare di trovare esposti gli stessi oggetti che puoi vedere visitando le fornaci o nei tantissimi negozi sparsi lungo i canali dell’ isola veneziana.
Questo museo di Murano che fa parte della Fondazione Musei Civici di Venezia, come ad esempio Palazzo Ducale, il Museo Correr e il Museo del Merletto di Burano, è ospitato in un palazzo che in origine era una residenza patrizia nelle tipiche forme del gotico fiorito, diventato di proprietà del Comune di Murano nel 1840.
Quando entri nel Museo del Vetro ti consiglio di prestare un pò di attenzione per trovare tracce dell’ antica origine del bellissimo palazzo che lo ospita nella colonna con capitello nell’ atrio e nelle finestre che danno sul cortile.
La didascalia che trovi all’ entrata spiega che il Museo del Vetro di Murano nasce nel 1861 con l’ idea di istituire un archivio di testimonianze con il compito di raccontare la storia dell’ isola e la vita dei suoi abitanti, e che la collezione permanente nasce dalle donazioni di vetri antichi e contemporanei da parte delle fornaci muranesi.
Con l’ annessione di Murano al Comune di Venezia nel 1923 la collezione del Museo del Vetro è arricchita con pezzi provenienti da altre raccolte civiche veneziane, molti dei quali di origine rinascimentali.
A questi si aggiungono i reperti provenienti da scavi donati dalla Soprintendenza archeologica, e i pezzi di collezioni private regalate dalle ricche famiglie veneziane che le custodivano nelle loro lussuose residenze.
Quando sali la scala che ti porta al primo piano e incominci il percorso di visita ti accorgi che l’ esposizione della collezione del Museo del Vetro a Murano si sviluppa in modo cronologico a partire dai pezzi di origine romana e prosegue con quelli che testimoniano settecento anni di storia del vetro muranese.
I reperti più antichi esposti nel Museo del Vetro sono quelli prodotti tra il secolo I e il secolo IV d.C. in Siria, Palestina e nelle aree del Mediterraneo orientale.
Trovi esposte preziose olle cinerarie in vetro soffiato e altri oggetti a corredo delle tombe realizzati con tecniche che saranno prese ad esempio dagli artigiani muranesi.
Li trovi nella prima sala insieme a coppe e piatti modellati in stampi e poi molati e incisi, bicchieri decorati con bugne o scritte augurali, ai quali si aggiungono balsamari di diverse forme e vari oggetti in vetro soffiato.
Di questa porzione dell’ esposizione del Museo del Vetro di Murano fanno anche parte alcuni frammenti dell’ archeologia del vetro muranese rinvenuti nelle fondazioni della vicina Basilica dei Santi Maria e Donato e risalenti al Medioevo, quasi sicuramente tra il secolo X e XI.
– L’ età dell’ oro del vetro di Murano tra il Trecento e il Seicento
Quando visiterai le diverse sale museo che testimoniano l’ età d’ oro del vetro di Murano tra il Trecento e il Seicento resterai a bocca aperta ammirando alcuni pezzi stupendi, tra i quali a me è piaciuta soprattutto la preziosa coppa Barovier del 1470, che riconosci perchè azzurra e con decorazioni rinascimentali.
Al di là di questo suo lavoro magistrale, il vetraio muranese Angelo Barovier è diventato celebre sull’ isola veneziana perchè fu proprio lui ad inventare il vetro cristallino, purissimo, del tutto simile al cristallo di roccia.
Questa tecnica fu velocemente appresa dagli altri vetrai di Murano che la usarono per creare oggetti decorati con smalti policromi da subito molto richiesti dalle famiglie ricche, dai dogi, e addirittura dal papa.
I pezzi esposti nella collezione del Museo del Vetro di Murano testimoniano che il Cinquecento è stato il secolo di massimo splendore per la produzione vetraria artistica sull’ isola veneziana.
In questo periodo i maestri vetrai muranesi inventano nuove tecniche di lavorazione e di decorazione del vetro, tra le quali la complessa lavorazione “a mano volante”, e sperimentano la “pittura a freddo” che diventerà in poco tempo una tecnica molto utilizzata e apprezzata.
Sempre in quest’ epoca i vetrai dell’ isola di Murano introducono l’ incisione a punta di diamante, che permette di creare sul vetro trame molto sottili e raffinate, del tutto simili a quelle dei merletti veneziani.
Nel Museo del Vetro di Murano puoi ammirare bellissimi calici in cristallo puro decorati usando proprio questa tecnica molto precisa e raffinata.
Nel Cinquecento si creano però altri tipi di vetri, come il vetro ghiaccio o la filigrana, che si ottiene incorporando nel cristallo fili sottili di vetro bianco o colorato, a fascette parallele o incrociate.
La tecnica della filigrana è molto complicata e non tutti i vetrai di Murano la sanno utilizzare, motivo per il quale che ha ancora oggi grande successo.
Il percorso espositivo del Museo del Vetro mostra che il Seicento è invece il secolo durante il quale i maestri vetrai si orientano nella produzione di oggetti con forme bizzarre, soprattutto a scopo decorativo.
Ma non solo, perchè anche in quest’ epoca sono inventati anche nuovi tipi di vetri, tra i quali l’ avventurina, una particolare pasta vitrea usata come pietra dura che è molto difficile da ottenere.
Non è un caso che dal Seicento all’ Ottocento la tecnica per ottenere l’ avventurina è andata perduta più volte, ma per fortuna sempre ripresa.
Verso la fine del Cinquecento incominciano a formarsi sull’ isola veneziana le prime dinastie di vetrai, ai quali è dedicata questa sezione della collezione del Museo del Vetro di Murano.
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– Il Settecento al Museo del Vetro tra moda e creatività
Se nel Seicento il primato del vetro di Murano in Europa subisce la minaccia della diffusione di oggetti in vetro boemo, nel Settecento il commercio di questi oggetti esplode e obbliga i vetrai ad appropriarsi della tecnica, riadattando la caratteristiche al gusto e allo stile veneziano.
Il primo maestro vetraio muranese a creare oggetti in vetro ispirate alle produzioni boeme è Giuseppe Briati, che ottiene anche l’ eccezionale permesso di aprire un laboratorio a Venezia. Qui realizza diversi tipi di lavorazioni preziose che diventano subito oggetto del desiderio dei nobili e delle ricche famiglie.
Incomincia in questo periodo anche la produzione dei bellissimi e preziosi lampadari con bracci in cristallo purissimo e decorazioni molto raffinate fatte a festoni, a fiori policromi e a foglie, come i quattro che decorano proprio il salone centrale del Museo del Vetro di Murano.
Guardali attentamente tutti e quatto perchè questi lampadari nel Museo del Vetro sono delle autentiche opere d’ arte, anche se io mi sono innamorato soprattutto di quello a 60 bracci in vetro pieno distribuiti su 4 piani.
Riconoscerai facilmente questo prezioso lampadario nel Museo del Vetro anche perchè è quello che occupa la posizione centrale nel salone principale.
Questo esemplare è alto circa 4 metri e nel punto di massimo diametro ha una larghezza superiore ai 2 metri, per un peso complessivo di oltre 330 chili.
Ma l’ aspetto sbalorditivo è stato il lavoro necessario per produrre tutti i 365 pezzi che lo compongono, portato avanti da decine di artigiani, ognuno con la sua specializzazione.
Nel Museo del Vetro di Murano la creatività del Settecento è testimoniata da decine di oggetti, tra i quali i meravigliosi specchi intagliati, le cornici, i grandi centro tavola, e soprattutto gli splendidi mobili intarsiati con vetri.
Al centro della sala del Museo del Vetro dedicata a questo periodo storico trovi l’ oggetto più complesso e prezioso, che non puoi non notare per bellezza e dimensione.
Si tratta di un raffinatissimo centro tavola in cristallo del 1760 a forma di giardino all’ italiana composto da tantissimi elementi perfetti in ogni dettaglio.
Per assecondare la moda nel Settecento i vetrai di Murano perfezionano anche le tecniche di produzione dei così detti “vetri mimetici”, chiamati così perchè studiati per assomigliare ad altri materiali.
Nella collezione del Museo del Vetro di Murano trovi ad esempio diversi oggetti realizzati in vetro opalino, che imita l’ opale, ma anche in lattimo. Questo vetro a me piace molto perchè regala un effetti visivo e una sensazione tattile molto simile a quella prodotta dalla porcellana.
Tra i tanti oggetti in lattimo esposti al Museo del Vetro sono bellissimi soprattutto quelli decorati a smalti con scene di genere, cineserie, motivi rococò e soggetti mitologici, molti dei quali sono stati realizzati nella fonderia della famiglia Miotti e dai fratelli Bertolini.
Nel 1739 questi ultimi hanno addirittura ottenuto dalla Repubblica di Venezia il diritto esclusivo della decorazione con oro, e nella collezione del Museo del Vetro di Murano trovi diversi esemplari che però a me non sono piaciuti moltissimo perchè mi sono sembrati piuttosto pacchiani.
Il Museo del Vetro espone anche raffinati oggetti in calcedonio, un vetro opaco variegato che si caratterizza per avere venature policrome, molti dei quali sono stati realizzati dal famoso artigiano vetraio Lorenzo Radi.
Visitando il Museo del Vetro vedrai con i tuoi occhi che gli oggetti forgiati utilizzando questo tipo di vetro sembrano fatti utilizzando pietre semipreziose come l’ onice, il lapislazzulo o l’ agata, tanto per citare alcune delle somiglianze più comuni.
– La collezione di perle veneziane e murrine
Non ti nego che la sezione dell’ esposizione del Museo del Vetro di Murano che mi è piaciuta di più è quella dedicata alla storia e ai diversi tipi di perle veneziane e di murrine.
Queste sono due oggetti che hanno da sempre molto successo commerciale anche per il loro legame con la cultura e tradizione veneziana.
In particolare sono le perle veneziane ad avere un fortissimo legame storico con Venezia e con il lavoro femminile, a partire dalla creatività di Marietta Barovier che nel Quattrocento ha inventato le perle a rosetta.
A questa si aggiunge il lavoro di centinaia di artigiane muranesi che per secoli si sono dedicate a questo specifico settore.
E naturalmente relazionate alle perle veneziane tra loro non si possono non ricordare le famose “infilatrici”.
Queste donne, per secoli sedute sulle strade di calli e campielli con la loro scatola piena di conterie sulle ginocchia, nella storia hanno partecipato a definire il paesaggio della Venezia minore, autentica e popolare.
Le perle veneziane derivano dal taglio delle canne di vetro forate al centro e della successiva lavorazione in fornace dei segmenti ottenuti, passaggio necessario perchè acquisiscano la tipica forma arrotondata.
In realtà, come ti spiega il Museo del Vetro, la loro invenzione risale all’ antico Egitto, ma è perfezionata nel corso dei secoli dai maestri vetrai di Murano.
L’ introduzione della lavorazione delle perle veneziane nelle fornaci di Murano inizia nel Trecento, e da subito diventano una preziosa merce di scambio.
La prime ad essere prodotte sono le piccolissime perle di conteria monocrome, mentre nel Quattrocento si sviluppa produzione delle perle a rosetta, che invece sono policrome.
Nel Seicento le tecniche diventano di più sofisticate e i maestri vetrai di Murano incominciano a produrre le bellissime perle a lume, che si ottengono da una canna in vetro non forata riscaldata a fiamma e colata su un filo metallico mantenuto manualmente in costante rotazione.
La tecnica di lavorazione delle perle a lume è quella che mi piace di più, semplicemente perchè permette di dar vita a infinite combinazioni di forme e colori.
La collezione di perle veneziane nel Museo del Vetro di Murano ti permette di ammirare centinaia di esemplari di diverse dimensioni, forme e colori, realizzate con tutte e tre le tecniche che ti ho raccontato da alcune delle fabbriche storiche del tempo.
Bellissima è anche la collezione di murrine che occupa un’ intera stanza del Museo del Vetro. È interessante sapere che il nome di murrina deriva dalla tecnica di lavorazione del vetro murrino, che si ottiene accostando a freddo tessere e/o sezioni di canne di vetro per ottenere il disegno voluto.
Il risultato di questo processo viene poi compattato a caldo, e quello che si ammira è un bellissimo mosaico policromo che può assumere infinite combinazioni di motivi e di colori.
Un maestro vetraio mi ha spiegato che la tecnica di produzione delle murrine a Murano è stata continuamente perfezionata.
Nell’ Ottocento è stato introdotto l’ uso della canna millefiori, chiamata così perchè formata da cerchi concentrici di vetro di diversi colori, con quelli interni a forma di stella grazie all’ uso di stampi.
Al Museo del Vetro di Murano ci sono diversi pannelli con didascalie che spiegano l’ affascinante processo di lavorazione delle murrine.
Ti consiglio di leggerli per imparare che la canna di vetro compattata a caldo è allungata, e successivamente tagliata in segmenti cilindrici quando è ormai fredda.
Ecco in poche parole come si ottengono le bellissime murrine di Murano, che sono in assoluto l’ oggetto più acquistato nei negozi sull’ isola veneziana, perchè piacciono proprio a tutti, anche ai bambini.
E poi le murrine di Murano sono un souvenir molto economici, soprattutto se comparate con gli altri oggetti in vetro.
Sei a Venezia e vuoi visitare Murano, Burano e Tocello?
Prima o dopo il Lido di Venezia vuoi visitare le suggestive isole di Murano, Burano e Torcello? Hai moltissime possibilità! Ti consiglio l’ escursione privata a Murano per visitare il Museo del Vetro e per scoprire le tecniche di lavorazione del vetro in compagnia di una guida locale, anche nella versione di visita guidata+vetreria tradizionale! Bellissima è anche l’ escursione guidata a Burano, anche famosa per la lavorazione di pizzi e merletti. Ma non è finita qui perchè puoi ottimizzare il tempo e risparmiare con la visita guidata Murano+Burano e il tour privato Murano+Burano+Torcello (o con la visita guidata da Punta Sabbioni), anche nella versione visita guidata di gruppo che può includere il laboratorio di soffiatura del vetro. Questi tour sono ideali se hai visitato il Lido di Venezia e vuoi conoscere anche gli angoli più suggestivi di queste celebri isole da immortalare in fantastiche foto che puoi condividere sui social per far impazzire di invidia i tuoi followers. Bellissima è anche l’ esperienza combinata Murano+Burano+San Marco+Palazzo Ducale. A Murano, prima o dopo aver visitato il Museo del Vetro, potrai goderti una dimostrazione di soffiatura del vetro, mentre a Burano di lavorazione di merletti, e c’è incluso anche un giro in gondola sul canale!
– Il Novecento al Museo del Vetro di Murano tra arte e design
Un’ altra sezione della collezione permanente del Museo del Vetro di Murano che mi è piaciuta tantissimo è quella dedicata al Novecento, nella quale i pezzi esposti pongono l’ accento sulla relazione tra produzione, design e arte.
Durante questo secolo l’ attenzione per lo stile diventa un aspetto fondamentale nelle produzioni delle fornaci muranesi, e il vetro è accostato a diversi materiali per realizzare prodotti sempre più belli, ma allo stesso tempo anche funzionali e innovativi, per stare al passo con la moda.
In questo periodo iniziano infatti le collaborazioni tra gli artigiani del vetro di Murano e i designer, gli architetti e gli artisti, sia italiani che stranieri.
Come noterai tu stesso lungo il percorso espositivo del Museo del Vetro, queste collaborazioni sono all’ inizio saltuarie, puntuali e finalizzate alla realizzazione di specifici progetti, mentre con il passare del tempo la relazione tra tecniche di produzione, design e arte diventa sempre più stretta e fondamentale.
È il 1921 quando la vetreria Cappellin & Venini di Murano introduce per prima nel suo organico la figura del direttore artistico, affidando questo prestigioso compito a Vittorio Zecchin.
Questo artista era già molto famoso sull’ isola perchè nel 1914 aveva disegnato le klimtiane lastrine in vetro mosaico realizzate dalla fornace Artisti Barovier.
Come è ovvio nel giro di pochissimo tempo anche le altre vetrerie di Murano fanno la stessa scelta, e ognuna acquisisce uno preciso stile identitario che si riflette come marchio di fabbrica nel design degli oggetti prodotti.
Molti di questi oggetti artistici prodotti nelle fornaci di Murano sono stati donati a più riprese per arricchire la preziosa collezione del Museo del Vetro.
Importanti riferimenti del design delle produzioni muranesi nei primi anni del Novecento sono artisti del calibro di Alfredo Barbini, conosciuto nell’ ambiente come “il mago del ferro battuto”.
È molto importante anche Napoleone Martinuzzi, l’ inventore di un vetro molto opaco e spesso che richiama subito l’ attenzione per la singolare corposità conferita agli oggetti.
Ma il nome più importante della creatività artistica muranese di questo periodo è senza dubbio Claudio Scarpa.
Il famoso designer conduce i prodotti in vetro di Murano più belli e innovativi alla Biennale di Venezia e ad altre importanti mostre internazionali dove sono premiati con prestigiosi riconoscimenti.
Nel dopoguerra, e precisamente tra gli anni Cinquanta e Sessanta, il connubio tra produzione di oggetti in vetro e arte diventa sempre più forte, e tra gli artisti nascono diverse correnti alle quali corrispondono diverse sensibilità e punti di vista.
Il Museo del Vetro di Murano testimonia questo importante periodo per l’ evoluzione della produzione vetraria con l’ esposizione di alcuni oggetti in vetro pesante e tessuti vitrei policromi, tra i quali sono bellissimi quelli disegnati da Giulio Radi per AVEM.
In questa sezione del Museo del Vetro di Murano è dedicato ampio spazio anche ai bellissimi oggetti realizzati con la tecnica dei vetri sommersi di Flavio Poli per la Saguso Vetri d’ Arte.
Ma siamo solo all’ inizio, perchè questa sezione della collezione del Museo del Vetro di Murano propone anche i lavori di tantissimi altri designer che invece scelgono di fare nuova enfasi a tecniche più tradizionali che arrivano dal passato e che caratterizzano soprattutto lo stile delle produzioni gli anni Sessanta e Settanta.
Protagonisti di quest’ epoca sono i lavori in vetro soffiato, quelli a mano volante o a incalmo, così come i filigranati insieme ai murrini.
Tra questi il Museo del Vetro di Murano espone molte opere di Fulvio Bianconi, Ludovico de Santillana, Toni Zuccheri, Luciano Gaspari. Ma anche quelle del finlandese Tapio Wirkkala.
– Lo Spazio Conterie e le esposizioni temporanee
Prima di salutarti desidero parlarti di un ultimo interessante spazio espositivo del Museo del Vetro di Murano chiamato Spazio Conterie, dedicato ad ospitare mostre temporanee ed eventi di diverso tipo.
Lo trovi al pieno terra, ed è l’ ultimo che visiterai seguendo il percorso espositivo del bellissimo Museo del Vetro.
Al di là di questa sua funzione attuale, ti parlo di quest’ area del Museo del Vetro per collegarmi all’ importanza che hanno avuto le conterie nello sviluppo economico e sociale dell’ isola di Murano.
Sai cosa sono le conterie? Detto in poche parole sono delle minuscole perline in pasta vitrea ottenute dai maestri vetrai di Murano tagliando una canna forata e arrotondando a caldo i piccoli cilindri ottenuti in appositi vassoi in metallo.
Sono sincero, non ho ancora approfondito molto il tema, ma da quello che sto capendo le conterie sono molto simili alle perle veneziane che ti ho già raccontato, sia per forma che per tecnica di lavorazione.
Esattamente nel 1898 le tante imprese specializzate nella produzione di conterie sull’ isola di Murano si riuniscono nello spazio compreso tra Palazzo Giustinian e la Basilica di San Donato.
Nasce così la famosa Società Veneziana Conterie, che negli anni tra il 1940 e il 1970 arriva ad occupare più di tremila addetti.
Le maestranze che si occupavano delle diverse attività per la produzione di conterie a Murano avevano nomi molto particolari, quando meno è così che suonano oggi.
C’ erano ad esempio i tiracanne, i fregadori e i lustradori, tre categorie che svolgevano compiti abbastanza facile da intuire.
Ma nella nella grande fabbrica di conterie di Murano c’ erano anche mestieri che oggi appaiono più misteriosi, come i conzaureri, i tagiadori, i cavarobe, i governadori e le impiraresse. Queste ultime erano le donne che si occupavano di infilare le perline per farne collane.
La Società Veneziana Conterie di Murano chiuse definitivamente nel 1993, ed è proprio dai suoi spazi ristrutturati che è nato lo Spazio Conterie nel Museo del Vetro, un grande cubo bianco che mantiene negli archi e nelle trabeazioni le linee architettoniche del precedente edificio.
Quando ho visitato il Museo del Vetro di Murano nello Spazio Conterie era allestita l’ interessante mostra Murano intitolata Upcycling Glass, costituita da opere realizzate dai maestri vetrai dell’ isola con il solo uso di vetro industriale riciclato, un materiale con il quale non sono soliti lavorare.
Questa mostra temporanea ospitata nello Spazio Conterie del Museo del Vetro ha l’ obiettivo di sensibilizzare i visitatori sull’ importanza del riciclo per garantire la sostenibilità del Pianeta, e dimostrare che la bellezza più nascere anche dagli scarti.
Sono rimasto letteralmente a bocca aperta dalle opere d’ arte esposte in Upcycling Glass, risultato dell’ uso di molte delle delle tecniche dei quali i maestri muranesi sono esperti, tra le quali quelle della vetrofusione, della soffiatura, della lavorazione a lume, ma anche la molatura e la battitura.
Come raggiungere il Museo del Vetro di Murano da Venezia
Raggiungere l’ isola di Murano da Venezia è molto rapido. Tra l’ altro il Museo del Vetro di Murano si trova proprio davanti alla fermata del vaporetto “Museo”.
Il vaporetto da Venezia a Murano parte da Fondamenta Nuove, proprio davanti al Cimitero di San Michele. Puoi anche raggiungere l’ isola di Murano e il Museo del Vetro da Piazzale Roma. In alternativa puoi prendere anche un taxi privato, ma il vaporetto è comodissimo.
Prendere il vaporetto per Murano da Piazzale Roma è l’ opzione migliore se arrivi a Venezia in autobus o in treno alla stazione di Santa Maria Novella. Se invece stai già visitando il centro di Venezia è molto più comoda la fermata di Fondamenta Nuove.
Da Piazzale Roma a Murano ci vogliono dai 10 ai 15 minuti a seconda delle condizioni del mare e dal numero di passeggeri, praticamente gli stessi che ti servono per raggiungere l’ isola del vetro artistico da Fondamenta Nuove.
In realtà hai anche la possibilità di raggiungere il Museo del Vetro di Murano da Venezia anche prendendo il vaporetto da San Zaccaria, vicinissimo a Piazza San Marco, anche se le corse sono meno frequenti.
Il tempo di percorrenza del vaporetto da San Zaccaria a Murano è invece identico a quello per raggiungere l’ isola del vetro artistico da Fondamenta Nuove o da Piazzale Roma.
Hai anche la possibilità di raggiungere Murano direttamente dall’ aeroporto Marco Polo con il servizio Alilaguna.
Raggiungere direttamente Murano dall’ aeroporto Marco Polo un’ ottima opzione ad esempio se hai in programma di visitare l’ isola e il Museo del Vetro prima di andare a Venezia. Dall’ aeroporto Marco Polo a Murano non ti so però dire quanto tempo ci vuole.
I vaporetti da Venezia a Murano e viceversa funzionano con corse regolari anche di notte perchè già di ho detto che l’ isola è abitata.
Murano a parte, devi sapere che il servizio di trasporto pubblico notturno a Venezia funziona bene per tutte le più importanti isole della Laguna, addirittura meglio che nelle capitali europee.
Per ritornare a Venezia da Murano devi prendere il vaporetto per Piazza San Marco che prendi proprio davanti al Museo del Vetro.
Questo vaporetto da Murano a Venezia fa anche altre fermate sull’ isola, ma quella “Museo” è particolarmente comoda.
Se vuoi raggiungere San Marco da Murano ti conviene comunque scendere a Fondamenta Nuove e fare l’ ultimo pezzo a piedi.
Prima di arrivare alla piazza il vaporetto da Murano a Venezia fa infatti un giro lunghissimo che passa anche dall’ isola della Giudecca. E se non scendi lì ci devi portare pazienza perchè ci vuole più di un’ ora di navigazione.
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