Visitare la miniera d’oro di Chamousira Brusson in Val d’ Ayas con bambini

Visitare la miniera d’oro di Brusson con bambini è un’ esperienza che devi fare assolutamente se decidi di fare una vacanza d’ estate in Val d’ Ayas, senza dubbio una delle più sollegiate valli della Valle d’ Aosta. Questa miniera, il cui nome esatto è miniera di Chamousira Brusson, oggi convertita in museo, è un’ importante testimonianza di archeologia industriale che racconta l’ evoluzione economica dell’ arco alpino, e l’ influenza che ha avuto sulla società. Durante la visita guidata nelle gallerie della miniera di Brusson, tu e i tuoi bambini conoscerete le tecniche di detonazione, le attrezzature usate per gli scavi e per il trasporto del materiale, i sistemi di illuminazione, gli stratagemmi per prevenire i crolli, e la durissima vita dei minatori

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Fin dall’ infanzia sono sempre stato attratto dalle grotte e dalle miniere, e più in generale da tutti i luoghi che si sviluppano nel sottosuolo.

Non ti so esattamente spiegare il perchè, ma questi luoghi esercitano in me un fascino al quale faccio fatica a resistere. Una specie di richiamo, mi vien da dire, che spesso me li fa incontrare anche casualmente.

Probabilmente questa mia passione è nata durante la primissima infanzia. Infatti, come tanti milanesi, ho passato molte vacanze estive in Liguria, regione dove ci sono tante bellissime grotte, tra le quali le Grotte di Borgio Verezzi e le Grotte di Toirano.

Pare che da molto piccolo i miei mi ci hanno portato, anche se io non ne ho un ricordo preciso. Quello di cui sono certo è che ho trasmesso questa mia passione anche a mia figlia Andrea, che fin da piccolissima mi chiede spesso di portarla a visitarli.

L’ occasione è arrivata nuovamente e come sempre in modo inaspettato durante la nostra vacanza in camper di quest’ estate in Valle d’ Aosta mentre vistativamo la Val d’ Ayas.

Una persona con cui mi sono messo a chiacchierare al Lago di Brusson mi ha detto che a pochissimi chilometri da lì c’ era un’ importante miniera d’ oro, la miniera Chamousira Brusson, il cui nome corretto ho scoperto essere miniera di Chamousira Fenilliaz.

Da irriducibile curioso quale sono ho indagato sul significato del termine “Chamousira”, e ho scoperto che deriva dalla parola camoscio nel dialetto locale, il che fa intuire che la valle nella quale sorge era molto abitata da questi animali.

Mentre il nome Fenilliaz ho saputo poi essere il nome del filone auriferero più importante della miniera, che a quanto pare ha uno spessore medio compreso tra 60 e 80 centimetri. Di molto superiore a quello degli altri due filoni, chiamati rispettivamente Speranza e Gae Bianche.

Di fatto la miniera d’ oro di Brusson sfruttava i filoni di quarzo mineralizzati a oro che attraversavano gneiss e micascisti. Alcuni di questi affiorano sul versante sinistro del torrente Evançon, lungo il quale si sviluppa l’ intera valle.

Cos’è la Miniera d’ oro Chamousira Brusson

La miniera di Chamousira Brusson è la più importante miniera d’ oro della Valle d’ Aosta. Al di là del suo nome esatto tutti conoscono questo luogo estrattivo semplicemente come miniera d’ oro di Brusson, vista la vicinanza con la bella cittadina della Val d’ Ayas.

Che la miniera di Brusson è più grande della Valle d’ Aosta te l’ ho già detto, ma ancora non sai che ha un’ estensione complessiva in sotterraneo di circa 1.600 metri che si sviluppano su 7 livelli.

E che a ogni livello corrisponde una galleria parallela alle altre, il cui sviluppo è però obliquo, non orizzontale come comunemente avviene nei luoghi estrattivi.

Quando era attiva l’ estensione della miniera di Chamousira Brusson proseguiva anche all’ esterno, dove erano presenti un complesso di istallazioni dedicate al trattamento della roccia estratta per isolare l’ oro dalla pirite e da altri minerali, e ovviamente al trasporto della roccia.

Tra quelle dedicate a questo scopo anche una funicolare dei primi del Novecento che sorgeva esattamente dove oggi si trova la struttura panoramica in vetro che ci ha accolto quando siamo arrivati.

Ti assicuro che questa sorta di terrazza panoramica regala una bellissima visuale della valle, uno dei motivi per i quali ti consiglio di visitare assolutamente questo museo, che oggi è una preziosa testimonianza di archeologia industriale.

Quella di Chamousira Brusson non è però una miniera isolata, ma fa parte del distretto minerario del Monte Rosa, che include anche la miniera di Béchaz, oltre ad altri luoghi estrattivi minori sul versante piemontese e svizzero del massiccio.

La scoperta della miniera d’ oro di Brusson è piuttosto recente, infatti risale alla fine dell’ Ottocento, ed è particolarmente rilevante dal punto di vista culturale perchè la sua storia accompagna l’ epoca moderna della metallurgia in Valle d’ Aosta.

Oltre alla sua importante estensione, la miniera di Chamousira Brusson si caratterizza per essere l’ unica della Valle d’ Aosta dalla quale si ricavaca una grande percentuale di oro nativo, ovvero puro, non mischiato con altri minerali.

Nella maggior parte delle altre miniere d’ oro della Valle d’ Aosta, e non solo, il prezioso materiale si estrae soprattutto mischiato alla pirite, dalla quale deve essere successivamente separato con uno specifico processo.

Un altro aspetto importante che rende la miniera d’ oro di Brusson speciale è il tenore del materiale prezioso estratto, che era in buona percentuale di 40-60 grammi/tonnellata, caratteristica che ne rese molto conveniente l’ estrazione.

Nei primi anno del Novecento la produzione d’ oro della miniera di Chamousira Brusson è stata stimata in circa 4 tonnellate. Niente male, vero?

Breve storia della miniera d’ oro di Brusson

Prima di idossare i caschetti protettivi e iniziare la visita guidata all’ interno delle gallerie della miniera di Brusson, la guida che ci accompagnava ci ha raccontato brevemente la sua interessante storia.

Dario, questo è il suo nome, è stato molto sintetico ma allo stesso tempo molto interessante, e in pochi minuti nella terrazza panoramica ci ha dato un inquadramento storico completo di questa miniera in Val d’ Ayas e della sua importanza economica e sociale per il territorio.

Ho apprezzato molto la sua capacità di usare un linguaggio semplice anche per la spiegazione dei complicati concetti tecnici legati alle caratteristiche dei minerali, alle tecniche di detonazione, di estrazione, e alla struttura della miniera.

E la sua capacità di coinvolgere anche i più piccoli che, per quanto ho avuto modo di osservare, non si sono distratti nemmeno per un secondo. Andrea, da irriducibile curiosona come il suo papà, lo ha riempito di domande, segno che era riuscito a catturare la sua attenzione.

Stessa cosa che hanno fatto anche altri bambini, e lui ha sempre risposto con molta pazienza, simpatia, e spesso anche con un pizzico di irona di fronte alle osservazioni più strampalate, assolutamente normali vista l’ età.

Ad Andrea e agli altri bambini è piaciuto moltissimo toccare con mano i campioni di roccia, perchè il tatto è un senso del quale spesso ci dimentichiamo, ma che è estremamente importante per avere sensazioni impossibili da ottenere con la semplice osservazione.

Chiusa la parentesi sulla bravura di Dario, ti racconto brevemente quello che ci ha spiegato sulla storia della miniera d’ oro di Brusson, che parte esattamente nell’ anno 1899, quando incomincia un pò in sordina l’ attività estrattiva.

Il periodo di massima produttività della miniera d’ oro di Chamousira Brusson non tarda ad arrivare, contribuendo in modo determinante al grande fermento imprenditoriale nella valle.

Questo coincide con la gestione società inglese The Evancon Gold Mining Company Limited tra il 1902 e il 1907.

Il numero dei dipendenti parla da solo. Nel 1902 in questa miniera della Val d’ Ayas lavoravano solo 19 operai, che diventarono 100 negli anni di massima produttività, quasi tutti provenienti dai villaggi del comune di Brusson. Il personale tecnico più qualificato proveniva dal Regno Unito.

Ogni squadra era composta da circa 10 minatori e 2 falegnami, e il personale includeva professionalità con ruoli specifici, come i “vagonatori”, “portaferri”, e gli addetti al funzionamento della teleferica.

Giusto per avere un’ idea di come funzionava la miniera d’ oro di Brusson, è interessante sapere che il materiale scavato era trasportato all’ interno e poi all’ esterno delle gallerie attraverso un ingegnoso sistema di vagoni che correvano su binari removibili.

Una volta uscito dalle gallerie era fatto scendere attraverso discenderie fino a raggiungere la galleria di careggio a quota 1.550 metri.

Arrivato a questo livello una tramoggia aveva il compito di caricare i vagoncini con i quali il minerale veniva trasportato alla teleferica che collegava la miniera alla laveria in località Pontey (Ponteille).

Cosa farai quando sarai in Valle d'Aosta?

La visita nelle gallerie della miniera di Brusson

Una volta terminata l’ interessantissima spiegazione teorica che ci ha dato soprattutto la possibilità di capire l’ arditezza tecnica e ingegneristica che ha accompagnato la storia dell’ industrializzazione del mondo alpino, abbiamo indossato i caschetti e siamo entrati in miniera.

Il percorso all’ interno della galleria del livello 7 della miniera d’ oro di Brusson è illuminato grazie a led posizionati a intervalli regolari in corrispondenza del suolo, che purtoppo non è più l’ originale.

Le luci soffuse conferiscono alla galleria un’ atmosfera molto calda e coinvolgente, sicuramente molto diversa da quella che c’ era quando era attiva.

Proseguiamo lentamente in fila indiana e ogni tanto Dario ci fa fermare per spiagarci quello che stiamo osservando.

La prima sosta è davanti alla bella nicchia che ospita la cappella di Santa Barbara, la martire del fuoco, per questo diventata protettrice dei Vigili del Fuoco e dei minatori.

È per questo motivo che alla Santa sono dedicate la maggior parte delle chiese di miniera, tra le quali è bellissima quella che ho avuto la fortuna di visitare alla miniera di sale di Wieliczka vicino a Cracovia.

Qualche decina di metri più avanti abbiamo trovato gli strumenti di lavoro dei minatori della miniera di Chamousira Brusson, tra i quali diversi tipi di martelli pneumatici.

Mi è bastato sollevarne uno per capire quanto fosse pesante, e di conseguenza la durezza del lavoro dei minatori, accentuato anche dalla polvere che per ovvie ragioni era una presenza costante nelle gallerie. E a questo si aggiungeva la scarsa illuminazione.

Dario ci ha spiegato in modo molto dettagliato anche le tecniche di detonazione usate per scavare le gallerie della miniera d’ oro di Brusson, e gli accorgimenti necessari per posizionare correttamente i candelotti di dinamite così da garantire esplosizioni “controllate” e sicure.

Questo è stato l’ argomento che in assoluto ha affascinato di più soprattutto i bambini, Andrea compresa, che non smetteva di fare domande dettagliate di approfondimento. Ad un certo punto ho avuto addirittura paura che avesse qualche predisposizione alla piromania. 🙂 🙂 🙂

Arrivati in fondo al livello 7, siamo tornati sui nostri passi per affrontare l’ angusto e accidentato passaggio in salita verso il livello 6, che abbiamo risalito chinati. Io che sono alto circa 1,90 metri ho sbattuto diverse volte la testa, ma grazie al caschetto protettivo è rimasta perfettamente integra.

Battuta a parte, ti assicuro che tutto il percorso di visita all’ interno della miniera d’ oro di Brusson è perfettamente sicuro e lo possono tranquillamente fare anche bambini piccoli, per quello che ho visto dai 5-6 anni in sù.

L’ unica avvertenza è qualla di vestirsi bene prima di entrare, perchè all’ interno della miniera ci sono tra i 7 e i 10 gradi. Una maglia termica e un giubbotto leggero sono sufficienti a non sentire freddo.

Nella galleria del livello 6 la nostra guida ci ha spiegato le tecniche usate per mettere in sicurezza i minatori dal richio di cedimento delle gallerie, e ci ha fatto ragionare sul fatto che i pali in legno erano i più sicuri perchè “cantavano”. Il loro scricchiolio era un inequivocabile segnale d’ allarme.

Molto interessante è stata anche la spiegazione sull’ evoluzione degli strumenti di illuminazione che con il trascorrere del tempo furono adottati in questa miniera in Val d’ Ayas, e di come i minatori fossero spesso poco inclini ad accettare le innovazioni, perchè spesso andavano a discapito della funzionalità.

Come dar loro torto? Attraversando le gallerie ho cercato di percepire e di farmi un’ idea di quali fossero le effettive condizioni di lavoro degli operai durante l’ attività estrattiva, ma sono sicuro che la realtà fosse peggiore anche della mia più cupa immaginazione.

La visita alla miniera d’ oro di Chamousira Brusson è durata poco più di un’ ora, e ti assicuro che è stata un’ esperienza davvero emozionante.

Tra l’ altro si percepisce chiaramente che progetto di valorizzazione dell’ intero sito minerario di questa miniera d’ oro in Valle d’ Aosta è improntata alla massima semplicità e rigore formale.

Questo che ormai è un museo ti permette infatti di percepire ancora, in modo abbastanza realistico, l’ anima di un tempo ormai lontano che è però fondamento dei valori del mondo contemporaneo.

Come vedrai nelle pagine del sito puoi visitare la miniera d’ oro di Brusson anche in occasioni speciali, quando diventa meravigliosa location di interessanti eventi culturali che costituiscono un ricco calendario che si sviluppa durante tutto l’ anno.

Tra gli eventi organizzati nella miniera di Chamousira Brusson da non perdere è ad esempio la “Notte in Miniera”.

In quest’ occasione puoi visitare l’ interno e l’ esterno del sito dopo il calare del sole, aiutato dalle lampade frontali e dalla luce delle stelle, che in questa zona della Valle d’ Aosta sono estremamente luminose.

Come arrivare alla miniera di Chamousira Brusson

Visitare la miniera d’ oro di Brusson è una bellissima esperienza, e questo ormai te l’ ho detto diverse volte. Prometto che questa è stata l’ ultima, per lo meno in questo articolo. 🙂 🙂 🙂

Ma non ti ho ancora detto che l’ esperienza di visita inzia ben prima di raggiungere il suo ingresso. Perchè, per arrivare alla miniera di Chamousira Brusson, devi percorrere un bellissimo sentiero in mezzo al bosco che ti regala emozionanti punti di vista sulla valle.

Inizi questo sentiero dalla strada che da Brusson porta a Estoul. A circa 4 chilometri da Brusson, in corrispondenza di una curva che svolge anche la funzione di parcheggio, ci sono le indicazioni che lo segnalano.

Ti raccomando di non affidarti a Google Maps per trovare il sentiero verso l’ ingresso della miniera di Brusson perchè le indicazioni che da sono molto fuorvianti. Dario mi ha spiegato che hanno già segnalato il problema a Google, ma ad oggi non l’ ha ancora risolto.

Dall’ attacco del sentiero all’ ingresso della miniera d’ oro di Chamousira Brusson devi camminare per circa 20 minuti, che possono diventare anche 15 se hai un buon passo.

Il sentiero è quasi completamente pianeggiante, e per questo lo possono fare senza difficoltà anche i bambini. Tra l’ altro non è necessario indossare scarpe da trekking o camminare con i bastoncini. Noi abbiamo usato i bastoncini da nordic walking, ma solo per abitudine.

Sia Andrea che io desideravamo che questo percorso non finissime mai, perchè è costeggiato da bellissimi abeti secolari e i prati circostanti sono punteggiati da tantissimi fiori di diverse specie e colori.

E questi bellissimi elementi naturali sul sentiero verso l’ ingresso della miniera d’ oro di Brusson si aggiungono tanti piccoli rivoli d’ acqua che danno vita a deliziose cascatelle di acqua limpida e freschissima, alcune delle quali invisibili perchè nascoste nella vegetazione.

Lungo il sentiero trovi diversi cartelli informativi dedicati ai bambini, che creano in loro l’ attesa per l’ esperienza che vivranno da lì a pochi minuti.

Tra l’ altro, se dopo aver terminato la visita alla miniera di Brusson, hai voglia ancora di camminare, facendo il sentiero in senso contrario trovi deviazioni dirette per altri percorsi. Da quanto mi hanno detto sono decisamente belli, ma non te lo posso confermare perchè non li ho fatti.

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Il centro di documentazione Herbert

Collegato alla miniera di Chamousira Brusson c’è anche il centro di documentazione Joseph Herbert, che ospita l’ esposizione permanente delle sue fotografie. Non lo trovi alla miniera, ma bensì a Brusson paese, in località Laghetto.

Non ti ho ancora detto chi era Joseph Herbert. Sicuramente un bravo fotografo, ma prima di tutto capitano di miniera del sito estrattivo, che con i suoi scatti ne racconta la storia e la vita dei minatori che ci lavoravano.

Più in generale gli scatti di Joseph Herbert documentano le comunità che abitavano quei luoghi, la vita delle persone e delle famiglie nei loro momenti quotidiani, cercando di far emergere il loro lato più autentico.

Non ci sono molte testimonianze sulla sua persona, ma le poche raccolte raccontano di una personaggio dinamico e molto attento alle innovazioni tecnologiche del suo tempo, tra le quali le apparecchiature fotografiche.

Con il suo banco fotografico “folding 13×18” cristallizza i diversi aspetti della profonda trasformazione sociale, economica e paesaggistica di questi luoghi della Val d’ Ayas nel corso del XX secolo.

Prima o dopo la visita alla miniera d’ oro di Brusson ti consiglio di visitare anche il centro di documentazione Joseph Herbet perchè attraverso le sue fotografie puoi ripensare alla poesia dei luoghi e degli uomini che hanno costruito il fondamento del nostro tempo.

5 bellissime esperienze da fare in Valle d’ Aosta con bambini

Adesso ti suggerisco 5 altre magnifiche esperienze da fare nelle località della Valle d’ Aosta con bambini. Sono proposte dall’ agenzia online GetYourGuide, che ti raccomando perchè anch’ io la uso spesso quando viaggio, e mi sono sempre trovato benissimo.

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