La piccola città di Rovereto vicino a Trento, celebre per ospitare il Museo d’ Arte Moderna e Contemporanea MART, ha un piccolo ma suggestivo centro storico che ti farà innamorare a prima vista. Camminando per le vie e attraversando le piazze di Rovereto centro puoi scoprire chiese e antichi palazzi storici che raccontano la sua storia secolare, come il fantastico Palazzo Pretorio in Piazza del Podestà o il Palazzo del Bene in Piazza Rosmini, tra i quali puoi giocare a scoprire tanti deliziosi angoli e dettagli che a prima vista passano inosservati. Rovereto ospita anche un bellissimo castello appartenuto alla Repubblica di Venezia e agli Asburgo, ma anche tanti musei meno famosi del MART ma altrettanto interessanti, tra i quali spicca l’ eccentrica Casa d’ Arte Futurista Depero e il Museo di Scienze e Archeologia. Rovereto è da visitare insieme a Trento o da sola, perchè anche in questo caso un viaggio sarà ampiamente ricompensato
Booking.comCosa troverai in questo articolo:
- Il MART Trento e Rovereto
- L’ itinerario a Rovereto centro
- Palazzo del Bene e Casa natale di Antonio Rosmini
- Da Piazza Rosmini al Castello di Rovereto
- Il Castello di Rovereto e Museo Storico Italiano della Guerra
- La Chiesa di San Marco, la Contrada della Terra e il Palazzo Pretorio
- Museo Civico di Rovereto, Piazza delle Erbe e via Mercerie
- La Campana dei Caduti a Rovereto e il Sacrario monumentale di Castel Dante
- I 5 migliori hotel a Rovereto
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- I 5 migliori hotel a Bolzano
Su Rovereto non avrei scommesso un euro, te lo garantisco!
Anche se mi vergogno un pò a dirlo ho deciso di visitare Rovereto solo perchè ho fatto qualche giorno a Trento dove ho acquistato la Trentino Museum Pass per visitare i bellissimi musei, e mi sono accorto che ne comprendeva diversi anche in questa città, tra i quali il celebre Museo di Arte Moderna e Contemporanea MART.
In realtà a Rovereto mi sono fermato più di 20 giorni dopo Trento, di ritorno da un lungo giro in Austria in camper durante il quale ho visitato Innsbruck, Salisburgo, Graz e Vienna, arrivando inaspettattamente fino a Bratislava che dista solo pochi chilometri dal confine austriaco e una manciata dalla sua capitale.
Ma dopo Trento, prima di attraversare il passo del Brennero per entrare in territorio austriaco, mi sono fermato anche questa volta quasi per caso anche a Bolzano, un’ altra città che erroneamente non avevo mai considerato degna di essere conosciuta. Ma anche in questo caso mi sbagliavo di grosso!
Approfitto di questa parentesi per ricordarti che per transitare in territorio austriaco a partire da Innsbruck Sud devi per forza avere la Vignetta, il tagliandino da applicare al vetro che attesta il pagamento del pedaggio autostradale.
In caso contrario, se per caso sei fermato dalla polizia austriaca, ti aspettano multe molto salate a meno che tu decida di circolare nel paese senza prendere autostrade, ma è praticamente impossibile.
Ma ritorniamo a Rovereto, che appare subito come una piccola cittadina di provincia dove, come è normale, probabilmente tutti si conoscono.
Bastano pochi passi, uno sguardo alle persone che si incontrano e alle vetrine dei negozi, per capire che Rovereto è una ricca cittadina borghese, forse un pò snob come è normale in questi casi, ma sicuramente molto accogliente e gradevole.
La mia prima meta è stata ovviamente il MART Rovereto, che si trova appena prima del centro, e così parcheggio il camper proprio lì vicino in un parcheggio a pagamento in corso Bettini all’ altezza del B&B Cà Antica (voto Booking.com >8) che costa solo 75 centesimi all’ ora dalle 8,00 alle 19,30.
Prezzo del parcheggio perfetto, posizione perfetta, pago e mi dirigo al MART che sono curiosissimo di visitare perchè la sua fama è internazionale, tanto più che con la Trentino Museum Pass non devo pagare il biglietto di ingresso.
Mi stavo quasi dimenticando di dirti che corso Bettini non è una strada qualsiasi perchè nel Settecento era la più importante arteria di comunicazione tra Rovereto e Trento e non è un caso che su questa si affaccino moltissimi palazzi storici.
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Il MART Trento e Rovereto
Il MART Trento e Rovereto non ha una storia molto lunga, ma grazie alla qualità della sua collezione e delle sue esposizioni si è ben presto guadagnato una reputazione di primo piano nel contesto dell’ arte contemporanea nazionale e internazionale.
La prima cosa che vale la pena conoscere è l’ edificio che ospita dal 2002 questo importante museo a Rovereto realizzato su progetto dell’ architetto ticinese Mario Botta in collaborazione con l’ ingeniere roveretiano Giulio Andreolli.
Il baricentro del MART è senza dubbio la grande cupola in vetro e acciaio che sovrasta la piazza centrale di accesso la cui copertura, creata per garantire un dialogo costante con la luce, ha un’ altezza massima di 25 metri e un diametro di 40 metri, le stesse identiche misure del Pantheon a Roma.
Le facciate del MART Trento e Rovereto sono invece rivestite in pietra gialla di Vicenza, scelta non casuale che richiama i colori degli edifici storici presenti in corso Bettini e nei dintorni, che lo lasciano intravedere velatamente e che, in un certo senso, lo annunciano.
Tra questi il Palazzo dell’ Annonna che ospita la Biblioeteca Civica di Rovereto nella quale sono conservati più di 500 mila volumi e Palazzo Alberti Poja nel quale puoi vedere ancora oggi i raffinati stucchi settecenteschi e una cappella risalente al 1782.
L’ edificio del MART si posiziona tra la città di Rovereto e la collina, e si sviluppa su quattro livelli, ma solo gli ultimi due piani sono occupati dalle sale che ospitano la collezione e le importanti mostre temporanee.
Infatti il MART non è un semplice museo, ma un vero e proprio polo culturale multidisciplinare i cui spazi sono destinati ad accogliere eventi che fanno riferimento a diverse forme d’ arte.
Edificio a parte, l’ aspetto per il quale vale davvero la pena visitare questo museo a Rovereto è il suo patrimonio artisitico inestimabile all’ interno del quale spiccano i maggiori capolavori dell’ arte italiana del secolo XX, ma che in realtà abbraccia oltre due secoli di storia dell’ arte testimoniati da circa 20 mila pezzi.
Nelle collezioni del MART coesistono avanguardia e tradizione, infatti nelle diverse mostre puoi vedere opere dal Futurismo al Novecento Italiano passando per l’ Arte Povera alla Transavanguardia, fino ad arrivare alle correnti artistiche più recenti.
E a me l’ esperienza al MART di Rovereto è piaciuta davvero tanto, forse anche perchè quando ci sono stato ho trovato ad aspettarmi una magnifica mostra intitolata “Eretici. Arte e vita”, dedicata ai lavori artistici di uomini e donne del XX e del XXI secolo che hanno perseguito la libertà di pensiero in modo irriverente, e per questo in collisione con il sentire comune.
Del MART fa parte anche la Casa d’ Arte Futurista Depero che trovi sempre a Rovereto ma vicino al bellissimo Palazzo Pretorio che oggi ospita il Municipio.
Ti posso assicurare che questo è un incredibile spazio espositivo voluto e realizzato in ogni minimo dettaglio dallo stesso artista futurista e pioniere del design contemporaneo Fortunato Depero.
Alle eccentriche opere esposte nelle sale distribuite sui tre piani si aggiungono manifesti pubblicitari, volantini che promuovono la partecipazione a mostre o ad esposizioni realizzate dallo stesso artista.
Ma al di là del valore della collezione esposta, quello che mi ha sorpreso di questo museo a Rovereto è l’ atmosfera d’ insieme alla quale partecipano anche i mobili, i mosaici e più i generale tutte le decorazioni che nel loro complesso danno vita ad un contenitore quasi surreale.
L’ itinerario a Rovereto centro
Una volta visitata la sede principale del MART e prima di arrivare alla Casa d’ Arte Futurista de Pero ho visitato Rovereto centro percorrendo le sue vie e attraversando le sue piazze alla ricerca degli altri luoghi culturali che custodiscono.
Prima di raggiungere Rovereto centro mi sono preso qualche minuto per una breve sosta al Caffè Teatro, proprio davanti al Teatro Zandonai, dove ho chiesto un pò di informazioni sui luoghi che volevo visitare e come raggiungere l’ ufficio del turismo, più che altro perchè avevo una grande voglia di scambiare quattro chiacchiere.
A proposito del Teatro Zandonai è interessante sapere che è il primo teatro del Trentino, espressione del fermento culturale della Rovereto aristocratica e borghese del XVIII secolo. Dopo una totale distruzione durante la Prima Guerra Mondiale è stato completamente restaurato e da qualche anno è ritornato al suo antico splendore.
Il centro di Rovereto centro è vicinissimo al MART e al Teatro Zandonai, infatti ti basta fare un centinaio di metri, superare Palazzo Fedrigotti, passare davanti a un palazzo che sulla facciata ha una targa commemorativa in ricordo di Angelo Bettini e ti trovi subito in Piazza Rosmini, la piazza principale della città.
L’ ufficio dell’ Azienda per il Turismo Rovereto e Vallagarina si trova qui vicino, in via Rosmini 21, proprio davanti ad un grande supermercato.
Con la mappa della città in mano, perchè così deve essere quando si visita un città anche se siamo nell’ epoca di Internet e di Google Map, ritorno in Piazza Rosmini dove la prima cosa che mi colpisce è un piccolo e delizioso palazzotto con due balconcini e la facciata affrescata insieme allo storico Caffé Rosmini che invita ad entrare.
– Palazzo del Bene e Casa natale di Antonio Rosmini
Il palazzotto in Piazza Rosmini a Rovereto che ti ho appena citato è Palazzo del Bene in puro stile rinascimentale veneziano che in origine era la residenza privata della facoltosa famiglia del Ben.
La sua storia è lunga e negli anni è passato molto spesso di mano in mano con conseguenti modifiche. La prima nel secolo XVI per volere dei conti d’ Arco che lo acquistarono e ampliarono, successivamente è stato venduto alle suore Clarisse nel secolo XVII fino a quando non divenne proprietà del comune.
Dal 1877 al 1904 questo magnifico palazzo a Rovereto ha svolto la funzione di ufficio postale, prima di essere venduto alla Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto che ne ha fatto la sua sede.
L’ aspetto attuale di Palazzo del Bene è del 1906 e si deve all’ architetto Augusto Sezanne che ne valorizzò le antiche decorazioni pittoriche della facciata dove i motivi principali rappresentano le stagioni, così come le volte fregiate di festoni e melograni.
Il tetto di questo bellissimo palazzo a Rovereto ha dei bellissimi comignoli veneziani, anche se li puoi vedere solo in fotografia a meno che tu non decida di arrampicarti.
Battute a parte, se riesci a dare uno sguardo almeno all’ interno di Palazzo del Bane come sono riuscito a fare io, vedi la ricca ma sobria scalinata che porta ai piani superiori dove sono rimasto molto colpito dai soffitti a cassettone decorati in diversi modi.
E non è un caso che l’ adiacente piazzetta, anche questa molto graziosa, si chiami proprio Piazzetta Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.
Piazza Rosmini e via Rosmini a Rovereto si chiamano così in onore di Antonio Rosmini, il più importante pensatore trentino di tutti i tempi e fondatore dell’ Ordine dei Rosminiani, morto nel 1885 e beatificato da Papa Benedetto XVI nel 2007.
Riconosci la sua casa natale in via Rosmini grazie alla grande statua che campeggia nel giardino, e ti consiglio di visitarla come ho fatto io perchè è un ottimo modo per conoscere la storia di questo illustre personaggio che si intreccia con la storia stessa della città di Rovereto.
Grazie alle visite guidate puoi conoscere gli ambienti domestici rimasti praticamente intatti, ma soprattutto l’ immenso patrimonio di opere d’ arte e la biblioteca composta da più di 15 mila volumi, oltre ad una cospicua collezione di stampe antiche.
Dal 1987 Casa Rosmini a Rovereto ospita anche la Biblioteca Rosminiana, istituita e aperta al pubblico dai Padri Rosminiani con lo scopo di far conoscere la figura, il pensiero e l’ opera del loro Padre Fondatore attraverso incontri pubblici di vario livello.
Vicino a Casa Rosmini trovi anche il Museo di Scienze e Archeologia di Rovereto, che ti dico subito non è il classico museo con i reperti in vetrina, ma uno spazio interattivo e sperimentale dedicato alle diverse scienze, tra le quali botanica, astronomia, scienze della terra e robotica.
Questo museo a Rovereto propone moltissime attività guidate di assoluto rigore scientifico ma spesso sviluppate in modo ludico che puoi vivere da protagonista, da solo o con i tuoi bambini, dentro e fuori dai suoi spazi.
Sei alla ricerca delle migliori esperienze da fare a Trento e dintorni?
Prima di tutto ti consiglio diverse esperienze gastronomiche per conoscere la squisita cucina tipica trentina, una più golosa delle altre. Quella che mi piace di più è l’ esperienza culinaria a casa di un locale, per degustare 4 squisiti piatti tipici locali in una calda atmosfera casalinga, anche nella versione di lezione di cucina, che puoi anche abbinare ad una visita guidata del mercato! Ti interessa la visita guidata del mercato? Puoi fare l’ esperienza abbinando anche il pranzo o cena tipica! Sei più interessato agli aspetti culturali di Trento? In questo caso non puoi perderti il tour privato Castello di Buonconsiglio, senza dubbio la testimonianza storica e culturale più importante della città, che ti consiglio di abbinare alla visita guidata del centro storico oppure alla visita guidata luoghi del Concilium! A 35 chilometri da Trento e vicinissimo al lago di Caldonazzo trovi la bellissima località di Arco dove puoi cimentarti in molte attività sportive per tutte la famiglia, tra le quali il tour guidato arrampicata su roccia per famiglie, la bellissima esperienza Fun Climb o quella alla via ferrata Rio Sallagoni, un breve percorso all’ interno di un magnifico canyon! Se sei un appassionato di roccia ti consiglio anche la Via Ferrata Rio Ruzza, dalla località di Ballino a circa 40 chilometri da Trento e a 60 chilometri dal lago di Caldonazzo. Puoi anche scegliere la Via Ferrata Cima Capi a Ledro vicinissimo al Lago di Garda, circa la stessa distanza da Trento e dal lago di Caldonazzo. Tutte le vie ferrate sono molto sicure perchè sei accompagnato da una guida alpina esperta! Ti consiglio di abbinare una di queste due esperienze con il goloso tour della birra artigianale+degustazione. In Val di Ledro ti consiglio la divertente ed adrenalinica esperienza di canyoning a Gorg d’ abiss per famiglie, mentre a Tiarno di Sopra ti suggerisco l’ esperienza di Canyoning 2° livello Baes. Nella bellissima Val di Sole a nord di Trento puoi cimentarti nella bellissima esperienza The Rafting Family, che farà divertire tantissimo soprattutto i tuoi figli, anche nella versione di rafting sul fiume Noce anche con Extreme Waves, mentre a Mestriago a 60 chilometri da Trento e a 80 dal lago di Caldonazzo puoi fare la bellissima esperienza di Rafting Classico, sempre accompagnato da guide certificate esperte. Tutte le attività di canyoning e rafting sono emozionanti ma allo stesso tempo molto sicure perchè sei accompagnato da guide esperte federali! Vuoi fare un’ escursione in moto enduro? Sul Lago di Tenno, a 40 chilometri da Trento e a 60 dal lago di Caldonazzo, ti consiglio la bellissima esperienza Emoto Enduro sulle montagne dell’ Alto Lago di Garda! In inverno ti consiglio anche di non perderti il meraviglioso Ski Tour Dolomiti di Brenta+Skipass che ti permette di sciare a Madonna di Campiglio, Folgarida e Marilleva accompagnato dai migliori maestri di sci della Scuola Italiana Sci Pinzolo.
– Da Piazza Rosmini al Castello di Rovereto
Dopo aver visitato Palazzo Rosmini il mio itinerario alla scoperta di Rovereto centro ricomincia dall’ omonima piazza in direzione del castello, dove non vedevo l’ ora di arrivare per visitare il Museo Storico Italiano della Guerra che mi hanno detto essere stupendo.
È sufficiente percorrere un centinaio di metri per trovarsi nella graziosa Piazza Cesare Battisti al centro della quale trovi una graziosa fontanella sormontata dalla statua di Nettuno, certo non grande e bella come quella che puoi trovare a Piazza Duomo a Trento o a Piazza Maggiore a Bologna, ma comunque pregievole.
Oltre alla fontana, in questa minusola piazza di Rovereto trovi anche un edificio con i contorni delle finestre decorati molto finemente, così come un altro che invece ha un balcone posto d’ angolo sulla facciata e un terzo sul quale è presente una targa che ricorda la nascita di Manfroni Vittorio.
Proseguo il mio itinerario per Rovereto centro in via Rialto che immette nella Contrada della Crosara e percorrendola trovo diversi edifici, alcuni dei quali con le facciate affrescate anche se abbastanza rovinate.
In via Rialto al civico n. 39 vale la pena prestare attenzione all’ entrata della storica Cappelleria Bacca, così come alla graziosa veranda che sporge dalla facciata della casa di fianco.
Proseguo ancora e trovo la Porta San Marco del 1843 con l’ affresco del Leone di Venezia dipinto da Augusto Sezanne nel 1927, oltre ad uno stemma marmoreo sulla chiave di volta che penso sia il simbolo della città di Rovereto del quale però non sono riuscito a sapere la data.
Per adesso non ho attraversato Porta San Marco ma ho proseguito mantenendo la sinistra, e dopo nemmeno due minuti sono arrivato al Castello di Rovereto.
In tutto da Piazza Rosmini al castello ci vogliono poco più di 10 minuti a piedi, anche se una volta arrivato non si capisce immediatamente dov’ è l’ entrata dal castello. Ma probabilmente è stato solo un mio problema.
– Il Castello di Rovereto e Museo Storico Italiano della Guerra
Due parole sulla storia del Castello di Rovereto che inizia alla fine del secolo XIII con i Signori di Lizzana e poi con i Castelbarco che lo vollero per ragioni strategiche lungo la via imperiale che collegava la penisola italiana e l’ area tedesca, fino al 1416 quando fu acquistato dalla Repubblica di Venezia.
Il passato di questa fortezza a Rovereto sotto il governo veneziano è testimoniata dalla simbologia che trovi un pò dovunque, ma soprattutto sui suggestivi bassorilievi in marmo che adornano le scale esterne lungo le antiche mura, e che ti introducono alla zona espositiva del Museo Storico Italiano della Guerra.
I veneziani non si limitarono a dare un nuovo aspetto al castello, ma influenzarono anche l’ aspetto dell’ antico borgo edificando l’ attuale Palazzo Pretorio (attuale sede del comune di Rovereto), la Porta San Marco e l’ attigua Chiesa di San Marco.
Ai piedi dell’ antica fortezza, lungo l’ attuale via della Terra, si sviluppò invece il borgo difeso da una bella cinta muraria a tratti ancora visibile.
Nel 1487 il Castello di Rovereto è stato incendiato durante un assedio ad opera delle truppe del conte del Tirolo, e a partire da allora i veneziani lo trasformarono in una rocca difesa da mura bastionate e da torrioni muniti di decine di cannoniere.
In particolare, già nel 1492 il governo della Repubblica di Venezia incaricò l’ ingeniere militare Jacopo Coltrino di potenziare le difese della fortezza di Rovereto con il Torrione Marino, in onore a Gerolamo Marino che all’ epoca era potestà di Rovereto.
La grande struttura circolare sull’ angolo est dell’ edificio è alta circa 25 metri e ha un diamentro di circa 16 metri alla base, con una struttura organizzata per accogliere 4 ordini di cannoniere, delle quali due ai livelli inferiori destinati alla difesa radente.
Il secondo torrione del Castello di Rovereto, chiamato Malipiero in onore del podestà veneto che lo fece realizzare nel 1489, è posto invece sull’ angolo nord-ovest della fortezza.
Questo torrione è una possente struttura scarpata organizzata su tre livelli di cannoniere con una base circolare di circa 20 metri di diametro e come nell’ altro, al livello più basso, alcune di queste sono appositamente disposte per la difesa radente.
Dal 1925 fino alla fine degli anni 50 il Torrione Marino ha ospitato alla fortezza di Rovereto la celebre Campana dei Caduti della quale ti parlerò tra pochissimo.
Arriva l’ inizio del secolo successivo, precisamente il 1509, e il Castello di Rovereto passa sotto il dominio degli Asburgo. Da quell’ anno non fu più coinvolto in vicende belliche, motivo per il quale la struttura quattrocentesca si è mantenuta inalterata nel tempo.
Questo castello è storicamente molto interessante perchè è un esempio unico in Trentino di architettura di transizione fra la fortificazione medioevale e quella rinascimentale caratterizzata dall’ uso dell’ artiglieria, ma soprattutto quello che vale la pena sottolineare è il suo ruolo di fulcro attorno al quale si sviluppò Rovereto centro come lo vedi oggi.
Nei secoli il castello subì importanti rimaneggiamenti e nel corso dell’ Ottocento divenne ricovero di mendicità, prigione e infine caserma.
Quest’ ultima funzione della fortezza di Rovereto è testimoniata dalle scritte lasciate dai soldati in una sala insieme all’ insegna della “8. Feld Kompanie” del terzo reggimento Kaiserjäger datata 1914.
Alcune parti interne del castello della città trentina sono decorate con cicli profani di affreschi risalenti alla seconda metà del 500 nei quali erano protagoniste le scene di caccia, come d’ altronde era abituale negli ambienti privati delle residenze nobiliari rinascimentali in territorio tirolese.
Dal 1921 il Castello di Rovereto ospita il Museo Storico Italiano della Guerra che attraverso le sue numerose stanze propone un suggestivo viaggio nel tempo seguendo il filo conduttore dei conflitti bellici che hanno interessato l’ Europa e il mondo durante l’ età moderna.
La prima parte del percorso espositivo in questo museo a Rovereto, che è anche la più consistente, è dedicata alla storia delle armi e delle guerre nel corso dell’ 800 e del 900 con un’ attenzione particolare alla Prima Guerra Mondiale raccontata attraverso oggetti militari, uniformi, armi, fotografie, lettere, diari, ma anche servizi da tavola in fine ceramica.
La seconda parte dell’ esposizione del Museo Storico Italiano della Guerra si snoda invece nel terrapieno e nei torrioni Marino e Malipiero dove sono invece esposte le armi di età antica e moderna, e il percorso proposto ti dà la possibilità di conoscere da vicino e di toccare con mano la struttura difensiva della fortezza di Rovereto attraverso i suoi passaggi e cunicoli.
Ti anticipo subito che visitare il MUSE, il Museo Storico Italiano di Guerra e il Castello di Rovereto è più che sufficiente per giustificare un viaggio alla scoperta della città trentina, e gli ingressi gratuiti a questi luoghi culturali ricompensano ampiamente il costo per l’ acquisto del Museum Pass.
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– La Chiesa di San Marco, la Contrada della Terra e il Palazzo Pretorio
Terminata la visita alla bellissima fortezza di Rovereto e al Museo Storico Italiano della Guerra sono ritornato verso Porta San Marco questa volta per attraversarla.
Ho fatto una cinquantina di metri, forse neanche, e mi sono trovato davanti alla bella Chiesa di San Marco della seconda metà del secolo XV che riconosci per la sua facciata lineare di color ocra sulla quale campeggia la statua in pietra con il leone simbolo della Serenissima.
Purtroppo questa chiesa a Rovereto subì gravi danni durante la Prima Guerra Mondiale per poi essere riparata nel 1919 grazie ai fondi del Governo. Mentre nel 1950 l’ architetto roveretiano Mario Kiniger rinnovò completamente la facciata.
Quando ho visitato la città di Rovereto l’ ho trovata chiusa e per questo non ho potuto visitare l’ interno che però ho saputo essere molto grazioso, e per questo merita sicuramente qualche minuto soprattutto perchè custodisce nove altari marmorei del Settecento.
Amici che ci sono stati mi hanno detto che è bellissimo anche il grande affresco raffigurante la consacrazione della città di Rovereto a Maria Ausiliatrice così come la pala d’ altare di Vittorio Bessanini che sostituisce quella originale andata distrutta durante il primo conflitto mondiale.
Nel corso dei secoli la cantoria di questa chiesa a Rovereto ha conservato diversi organi, tra i quali quello con il quale Wolfgang Amadeus Mozart tenne il suo primo concerto italiano il 26 Dicembre 1769, storico evento ricordato anche sulla targa in una via della città poco ditante.
Mi sono immesso in via della Terra, che è una delle vie più antiche e più emblematiche della città perchè unisce la piazza della chiesa di San Marco e quella di Palazzo Pretorio.
In questa via di Rovereto nell’ omonima contrada incontri la Torre Civica sulla quale puoi ammirare il bellissimo orologio, e appena prima di arrivarci ho anche notato la targa che ricorda la casa natale di Pollini Giuseppe, legionario cisalpino caduto durante la celebre Battaglia di Mentana nel Lazio.
Superata la Torre Civica di Rovereto ti aspetta un’ altra targa commemorativa che questa volta ricorda che quella casa è stata abitata dal famoso compositore roveretiano Giacomo Gotifredi Ferrari scomparso a Londra il 1792.
Proseguendo su via della Terra sono arrivato ad un edificio che sicuramente è storico perchè riporta ancora sul muro l’ insegna scritta “Giacomo Gottardini Emporio di carrozze con macchine a forza elettrica”, di fianco a Palazzo Frizzi-Brunatti del secolo XVI, e a seguire la la casa dove morì Adamo de Chiusole, un intellettuale lagarino del Settecento.
Ancora qualche passo e arrivo in Piazza del Podestà dove lo sguardo cade sul bellissimo Palazzo Pretorio che è stato sede del potere del podestà durante la Repubblica di Venezia, ma non prima di essere rimasto impressionato dal grande e micidiale Mortaio Skoda esposto dall’ altra parte della piazza.
Palazzo Pretorio a Rovereto risale al 1417 ed è stato costruito dal podestà veneto Andrea Valier che ne fece la sua abitazione personale e sede amministrativa della città.
In origine Palazzo Pretorio era molto modesto, ma negli anni è stato ampliato dai successori di Valier e restaurato agli inizi del Novecento da Augusto Sezanne, che come stai notando è stato un artista che con i suoi lavori ha contribuito in modo determinante al prestigio della città di Rovereto.
La facciata di Palazzo Pretorio orientata verso Piazza del Podestà è l’emblema di due periodi storici chiave per la città di Rovereto: il Quattrocento veneziano nella parte destra e lo stile settecentesco della parte sinistra.
Su questo lato l’ elemento di maggior pregio è sicuramente il portale d’ ingresso con balconcino sostenuto da due pilastri in marmo.
Testimone dell’ altro stile è invece la lastra in pietra murata con la pertica veneziana e il braccio viennese a sinistra dell’ entrata, mentre se hai la fortuna di vedere l’ interno di Palazzo Pretorio come l’ ho avuta io puoi ammirare il porticato a tre archi con affreschi sopra l’antica roggia.
All’ interno di Palazzo Pretorio a Rovereto bellissima è anche la decorazione del soffitto in legno della Sala del Consiglio e i due affreschi nella Sala del Sindaco che testimoniano gli anni della dominazione veneta.
Vicino a Piazza del Podestà, proprio in una stretta stradina che si imbocca al lato di Palazzo Pretorio in corrispondenza della statua di Eugenio di Savoia su un lato della facciata, c’è l’ ingresso alla Casa Futurista Depero della quale ti ho già parlato prima.
Ma aspetta! Vicino a Palazzo Pretorio c’è un altro luogo dal nome molto singolare che vale la pena conoscere a Rovereto centro e che ho scoperto per caso attraversando Ponte Forbato, in assoluto il più antico della città.
Si chiama Casa dei Turchi per le antiche verande in legno che richiamano elementi di architettura araba e alla sua storia che ha coinciso con il periodo del commercio della seta tra Rovereto e l’ Oriente. –
Restaurata con il benestare della Soprintendenza, oggi Casa dei Turchi a Rovereto è un prezioso edificio storico nell’ antico Borgo di San Tomaso all’ interno del quale sorge anche una struttura ricettiva.
Già che ero qui ho fatto ancora qualche metro e ho raggiunto Palazzo Betta Grillo, un’ altra importante abitazione patrizia a Rovereto centro nella quale si trovano importani cicli pittorici, un grande salone che è unico nell’ architettura della zona e un giardino botanico nel quale crescono molte specie ornamentali.
– Museo Civico di Rovereto, Piazza delle Erbe e via Mercerie
Il mio itinerario alla scoperta di Rovereto centro è continuato per via Calcinari che ho preso per raggiungere la prossima meta: il Museo Civico, che vale la pena visitare anche perchè l’ ingresso è incluso nel Museum Pass Trento Rovereto.
Ma indipendentemente dal possesso della card, il Museo Civico di Rovereto è molto interessante perchè ti permette di avere uno spaccato molto completo sull’ evoluzione della città e sulla sua storia.
Lo spazio espositivo di questo importante museo a Rovereto è diviso in sezioni. Al piano terra, subito di fianco all’ ingresso, una sala dedicata all’ archeologia ti permette di conoscere i reperti risalenti all’ Età del Bronzo, all’ Età del Ferro, all’ Altomedioevo così come all’ epoca romana, rinvenuti in territorio trentino e nello specifico in Vallagarina.
Preseguendo la visita trovi la sala del Museo Civico a Rovereto dedicata alla storia della produzione e della lavorazione della seta introdotta in città da imprenditori veneti e tedeschi nel corso del secolo XVI, che ben presto divenne principale attività economica della zona.
Sempre al piano terra trovi una sala con un’ interessante esposizione documentale dedicata alla storia e all’ evoluzione della città nel corso dei secoli dal punto di vista sociale, economico, ma anche architettonico e stilistico.
Particolare attenzione nel Museo Civico di Rovereto è data alla figura di Antonio Rosmini, che come ti ho detto è stato un filosofo che cercò di fondere tradizione cristiana e pensiero contemporaneo, ma anche saggio politico in senso liberale e costituzionale.
Due delle sue opere più incisive furono inserite nell’ Indice dei libri proibiti introdotto da papà Paolo IV nel 1559, ma come abbiamo visto nel corso dei secoli la Chiesa ha fatto retromarcia sul suo pensiero e sulla sua figura tanto da farlo beato.
Le sale superiori di questo museo a Rovereto sono invece dedicate ad ospitare interessanti temporanee tematiche, tra le quali molte dedicate alla fotografia.
Una sala del Museo Civico è dedicata al famoso compositore roveretiano Riccardo Zandonai all’ interno della quale trovi alcuni degli oggetti che raccontano la sua vita lavorativa, tra i quali una scrivania intarsiata insieme a due sedie, il pianoforte verticale e due quadri del pittore trentino Umberto Maggioli, grande amico di Zandonai.
Terminata la visita al Museo Civico ho proseguito la mia passeggiata per le vie e le piazze di Rovereto centro e a pochi passi di distanza ho notato la bella facciata di Palazzo Sichardt, edificato nel secolo XVIII dall’ omonima famiglia di mercanti di Norimberga che lo usarono come magazzino e per le attività commerciali legate alla seta.
Da lì in un paio di minuti sono arrivato in Piazza del Suffragio, quasi del tutto occupata della bella chiesa di Santa Maria del Suffragio che ti consiglio di visitare anche dentro prima di raggiungere la vicina Piazza Malfatti, perchè conserva elementi artistici di pregio.
Anche Piazza Malfatti è abbracciata da pregievoli edifici storici ed è nel complesso molto bella, ma sicuramente sono ancora più suggestive Piazza del Grano e Piazza delle Erbe, dalle quale parte via Mercerie, secondo me la via di Rovereto in assoluto più bella, soprattutto durante il periodo delle feste di Natale.
In via Mercerie trovi Palazzo Todeschi-Micheli della prima metà del secolo XVIII, una casa patrizia sulla quale trovi una targa commemorativa che ricorda che ha ospitato il primo concerto di Mozart nel 1769 all’ inizio di un viaggio in Italia.
Questo importante palazzo di Rovereto ha ospitato anche numerose edizioni del Festival Internazionale W.A Mozart ed è stato sede dell’ Associazione Mozart Italia che tutti gli anni in autunno organizza la Settimana Mozartiana.
Di fianco a Palazzo Todeschi-Micheli trovi la storica Drogheria Giuseppe Micheli aperta dal 1829, che ti consiglio di visitare anche se non vuoi comprare nulla perchè ci trovi ancora gli arredi originali dell’ epoca e un’ atmosfera che farà fare anche a te un lungo salto nel passato.
Percorrendo fino in fondo via Mercerie si incrocia via Rialto e si ritorna in Piazza Cesare Battisti. Dopo qualche metro di nuovo in Piazza Rosmini, proprio da dove ero partito.
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La Campana dei Caduti a Rovereto e il Sacrario monumentale di Castel Dante
Con via Mercerie ho concluso il mio itinerario alla scoperta di Rovereto centro, ma non la mia visita che è proseguita nei dintorni della città alla Campana dei Caduti, per rendere omaggio alle vittime di tutte le guerre e per conoscere da vicino questo importante elemento storico e culturale che è tra i simboli della città trentina.
Trovi questa campana del 1924 modellata usando il bronzo fuso dei cannoni delle nazioni partecipanti alla Prima Guerra Mondiale sulla collina di Rovereto, a 4 chilometri da Piazza Rosmini.
Al di là del suo importantissimo valore simbolico vanta il record di campana più grande del mondo che suoni a distesa, infatti ogni sera al tramonto i suoi cento rintocchi sono un monito di pace universale che si diffonde per decine di chilometri.
Battezzata con il nome di Maria Dolens, la Campana dei Caduti fu collocata sul torrione Malipiero del Castello di Rovereto e dopo essere stata rifusa a a Verona nel 1939 tornò a Rovereto esattamente un anno dopo.
L’ attuale bronzo benedetto da Papa Paolo VI venne collocato sul colle di Miravalle il 4 novembre 1965 da dove domina ancora oggi la città di Rovereto.
La Campana dei Caduti è inserita in una zona museale nella quale trovi una mostra fotografica permanente e un breve video sulla sua storia.
Da qui, con una breve ma molto bella passeggiata nel bosco, è anche possibile raggiungere il Sacrario monumentale di Castel Dante che conserva le spoglie di 20 mila soldati, anche se non è attualmente visitabile perchè interessato da opere di restauro.
Anche se per questo motivo forse non potrai vederlo durante la tua visita a Rovereto è comunque interessante conoscere la sua storia e il suo significato.
Il Sacrario monumentale di Castel Dante è stato costruito tra il 1933 e il 1937 ed inaugurato nel 1939 su una collina sopra Rovereto, posizione che gli permette di essere facilmente visibile da tutta la zona della Vallagarina.
Questo complesso monumentale eretto sui ruderi del Castello di Lizzana è tanto importante da essere stato dichiarato di interesse culturale dalla Soprintendenza della Provincia Autonoma di Trento e i soldati sepolti (noti e ignoti) sono austriaci, cecoslovacchi e ungheresi.
Spero che il racconto del mio itinerario alla scoperta di Rovereto ti sia piaciuto e ti abbia fatto venir voglia di visitare la meravigliosa città trentina che è bella, anzi bellissima, in tutte le stagioni dell’ anno.
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